Descrizione
Nell’entroterra maremmano la notte di San Giuseppe si rievoca un’antica cerimonia pagana: nell’equinozio di primavera un falò purificatore propizia l’arrivo della nuova stagione. Il rito che fin dall’epoca etrusca veniva compiuto accanto a quello del seme sotterrato simbolo della vita, è stato poi cristianizzato, come per molti altri riti pagani, e accostato durante il Medioevo alla festività di San Giuseppe. Per l’occasione tradizioni religiose e folclore si intrecciano dando vita a un momento di gioia e allegria per le strade del borgo di Pitigliano, di solito nel fine settimana in prossimità del 19 marzo, concludendosi proprio il 19 con il grande falò. Corteo storico in costumi del Quattrocento, fiaccole e torce, celebrazioni religiose animano il paese, fino all’atteso momento del grande fuoco: tre squilli di tromba danno il via alla marcia dei quaranta torciatori che partono dal Cavone di San Giuseppe, a valle del paese, lungo il fiume Meleta, portando in spalla ognuno un fascio di canne fiammeggianti e seguendo la statua di San Giuseppe, anch’essa portata in spalla da due uomini. Suggestiva questa corsa nel buio della notte, le costruzioni di tufo giallo illuminate dalle fiamme come pure gli archi dell’antico Acquedotto Mediceo, mentre gli sbandieratori giocano in Piazza del Comune con l’Invernacciu, un grande pupazzo di canne che simboleggia l’inverno che sta morendo, la banda suona e un odore di frittelle con l’uvetta e buon vino toscano aleggia nell’aria profumata e nell’atmosfera euforica. Giunti in piazza i torciatori accendono l’Invernacciu, dando vita al grande falò. San Giuseppe proteggerà le stagioni di questa terra e la brace residua raccolta dalle donne del paese resterà nella case dei pitiglianesi come amuleto propiziatorio, nell’intreccio perpetuo di sacro e profano, religione e superstizione, mentre il clima mite della primavera entrante addolcisce i cuori in festa dei presenti. di Chiara Zirino
Informazioni
Comune di Pitigliano Piazza Garibaldi, 37 Tel. 0564.616322 Fax 0564.616738