Durante la manifestazione viene appeso infatti sul fiume Sile un fantoccio che ritrae la vecia strega del paese, che in chiave comica e farsesca, viene messa al rogo.

Descrizione

La tradizione di bruciare o di annegare nell’ acqua un fantoccio di forma umana sul finire dell’ inverno, ha radici profonde e remotissime che ci riportano alla preistoria. Secondo gli studiosi, questa cerimonia era un rituale magico per scacciare la cattiva stagione e invocare l’ arrivo della primavera. Si trattava di un rito di fertilità e di fecondità, praticato dalla nostre popolazione già nel Paleolitico e nel Neolitico, che offrivano alle divinità della natura dei veri sacrifici, anche umani, sostituiti in seguito da fantocci … Successivamente, questo culto ha trovato la sua collocazione temporale all’ inizio dell’ anno, quando nelle regioni a clima mediterraneo la bella stagione arriva subito dopo le prime brine invernali.Per molti popoli antichi, infatti, l’ anno cominciava nel mese di marzo ed anche la repubblica di S.Marco apriva l’ anno civile il primo di questo mese, usanza conosciuta in tutta Europa come calendario more veneto, imitato anche da altri stati.

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