Descrizione
Ci riporta indietro nel tempo, ci riporta all’essenza di una scomparsa e lontana società comunitaria che ormai non trova piu’ riscontro nel mondo d’oggi. L’orologio del tempo batte incessantemente sulla vita degli uomini, tutto cambia all’insegna del modernismo, ma la bara lignea sulla quale si adagia il Cristo morto viene comunque portata a spalla tutti gli anni, in qualsiasi condizione metereologica, dagli uomini dell’omonima confraternita. La bara è un sapiente lavoro ligneo ad intaglio, attribuito a Francesco Evangelisti di Ripatransone, risalente al XVII secolo. La statua del Cristo adagiata nella bara, statua con rari segni di pittura, è un significativo lavoro assegnabile ai primi dello stesso secolo. In tempi molto lontani lo stesso Cristo veniva issato su un’alta croce e vi rimaneva in esposizione per tre ore, affinché tutti gli acquavivani potessero compiere un gesto di devozione e venerazione. Tutto ciò era possibile perché il Cristo ha le braccia e le gambe unite al corpo da legamenti di cuoio che ne consentono l’articolazione. Le vie del paese, nella serata, vengono illuminate da torce ed è palpabile l’atmosfera surreale che avvolge il paese e tutti i visitatori. Ancora oggi, la bara del Cristo morto, accompagnata dalle otto statue raffiguranti i personaggi sacri che accompagnarono Cristo sul Golgota (quattro Angeli che recano i simboli della Passione, la Madonna, la Veronica che reca in mano il velo con l’impronta del Santo Volto, San Giovanni Evangelista e la Maddalena) percorrerà le vie cittadine benedicendo, esortando e ricordando agli uomini di buona volontà il mistero della morte e resurrezione. FONTE : Assessorato al Turismo