Si rievoca la presa di Ariano da parte delle truppe di re Manfredi (figlio di Federico II) e la distruzione della città che viene simbolicamente raffigurata "nell'incendio del campanile della cattedrale".

Descrizione

Il periodo storico che, in particolare interessa la rievocazione storica del dono delle Sante Spine inizia con la morte di Federico II (13 dicembre 1250) e termina con la vittoria di Carlo I d’Angiò su Manfredi e la sua succesiva venuta in Ariano nel 1269. Morto Federico II, in assenza di suo fratello Corrado, Manfredi, figliastro di Federico II (la madre, Bianca Lancia, non era stata sposata dall’Imperatore) prese le redini del Regno per fronteggiare con immediatezza le aspirazioni papali sul Regno. Napoli, Capua, Aquino, Nocera, seguite da Troia e, probabilmente anche da Ariano, che avevano offerto la sudditanza al Papa furono affrontate da Manfredi che presa Troia facendola presidiare da un contigente mercenario tedesco con a capo Hegano, quidi represse la rivolta in Bari e Barletta per poi assediare Napoli mentre il fratelloEnrico andava in Sicilia per prevenire eventuali ribellioni. Le Spine di Ariano incastonate in una turrita meravigliosa scultura argentea, in due ampolle di cristallo, tripartita, con decori di gigli di Francia, presenta la struttura inferiore ogivale sostenuta da due angeli e l’altorilievo dell’ecce-Homo, lo stemma della città di Ariano sec. XVII. Colpisce per la bellezza anche le immagini dei Santi Patroni Elzeario e Beata Delfina. Il reliquiario presenta delle analogie stilistiche con le guglie della Sainte Chapelle di Parigi. Le sue spine la lunga di 6 cm e la piccola di 5.5 cm sono dure, di colore avorio, eccetto la punta che è nera. Il reliquiario è stato concepito come un ostensorio , decorato da festoni e figure sacre, le spine sono racchiuse in due cilindri di cristallo. E’ probabile la manifattura di maestri argentieri napoletani. La popolazione arianese ha sempre custodito la forte devozione, affiorano nel medioevo le processioni penitenziali che dalle contrade e specie dal santuario di S. Liberatore, “con il capo coperto da corone di edera e di biancospino, in tempo di calamità, di prolungata siccità o di abbondanti piogge, giungevano in cattedrale, dove erano esposte le S. Spine, invocando la pioggia ristoratrice o il sole benefico”. Intonavano laudi e canti religiosi.

Informazioni

Associazione per la Rievocazione Storica del dono delle “Sante” Spine P.zza Plebiscito (p.zzo Vescovile) 83031 Ariano Irpino (AV) Tel.: +39 338.1371775 web: www.santespine.it e-mail: info@santespine.it

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