Fiere d’Autunno di San Luca e delle donne

Dopo la dura estate sui campi, era questo il tempo dei matrimoni e molte ragazze con i soldi del raccolto acquistavano il corredo ed il resto per mettere su casa.

Descrizione

Questo appuntamento rimane uno dei piú importanti della Provincia e si accompagna ad altre iniziative di prestigio, fra cui la Mostra Micologica nel Cortile del Palazzo Ducale con oltre 260 speci e una ricca sezione di bacche del bosco, l’apertura del Palazzo con il Museo Civico e la Cantina fino alla Rampa di Francesco Di Giorgio Martini che porta al fiume, la visita alle famose Mummie. Non può mancare un giro per il centro storico, dalle chiese al Museo Diocesano alle botteghe di ceramica, con una sosta nei ristoranti e nelle trattorie per l’assaggio di gustosi menú autunnali nobilitati dal prezioso tartufo. ****Storia Dopo la dura estate sui campi, era questo il tempo dei matrimoni e molte ragazze con i soldi del raccolto acquistavano il corredo ed il resto per mettere su casa. Oggi i tempi sono cambiati, è rimasta la tradizione di una fiera di merci varie che, come al solito, richiama un numero impressionante di gente ogni anno e in particolare di casalinghe. La fiera di S. Luca è una delle piú antiche e celebri fiere di Urbania. Iniziava otto giorni prima della festa del Santo (18 ottobre) e durava altri otto giorni, che comprendevano la domenica “delle donne”, popolarmente “fiera delle donne”, riservata agli acquisti tipici e ai rifornimenti per la casa. Dal suo sorgere, ai tempi di Castel delle Ripe “fiera franca”… in cui era concesso a chiunque di venire liberamente con merci e animali, cose e vettovaglie da vendere e comperare senza pagare pedaggi, e senza potere essere molestato per debiti (dagli statuti di casteldurante, Francesco Maria II Della Rovere). La fiera franca di S. Luca radunava in Urbania un numero notevolissimo di mercanti di bestiame, dalla maremma toscana, dall’Umbria (Città di Castello), dalla Romagna, e commercianti di ogni genere che venivano ospitati a caro prezzo dalle famiglie, affittando letti e stalle. Locali Pubblici e osterie erano pieni e facevano tutti in quel periodo affari d’oro; si creavano anche problemi di ordine pubblico e abusi, ad evitare i quali l’autorità provvedeva con una apposita Commissione dei “Deputati della Fiera”, e con leggi e pene severe. Erano previsti anche spettacoli di commedie e melodrammi spesso composti per l’occasione. Il “regolamento della fiera” disponeva di panche e trabacche, della distribuzione delle diverse merci, dei carri e del bestiame, e la locazione dei venditori, tanto che si spiegano certe usanze ancora vive nella fiera d’oggi. Ad esempio non si poteva usufruire dei loggiati per esporre la merce, di non ingombrare coi carri, di lasciare libere le porte delle botteghe; o “nella Piazza del Comune stanno i venditori di cristalli e vetri, i mercanti di frutta e i pescivendoli”… Il bestiame è destinato al “campo boario” chiamato “campo della fiera”, che era dietro gli attuali giardini pubblici, poi nell’ultimo periodo nella zona dell’attuale via Rossini. Una fiera ricca, nel momento in cui i portafogli erano pieni dopo i raccolti agricoli: il monte di Pietà metteva all’asta i pegni, si effettuavano contratti d’affitto, disdette e cambi di mezzadria. Ancora oggi è “Fiera d’Autunno”, con gli acquisti di vestiario utili per la stagione fredda e con la possibilità di trovare merci piú varie e nuove; sta diventando inoltre una delle piú frequentate della provinciacon oltre 280 ambulanti. FONTE : Montefeltrotour.it

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