Descrizione
Va detto che a Guinzano, per fortuna, non sono mai mancate le tradizioni, intese come insieme degli usi e dei costumi locali. Siccome i riferimenti ai raccolti della campagna, sia quello del granoturco sia quello del riso ma, più sovente, il raccolto del frumento, ricorrevano troppo spesso nei ricordi dei Guinzanini per non tenerne conto, sembrò opportuno riferirsi proprio a quanto ci avevano tramandato i nostri vecchi contadini e lavoratori dei campi. Proprio mentre finiva un’epoca legata alla terra e ai suoi frutti, al centro delle motivazioni per la nuova Festa fu messo, come simbolo, proprio quell’oro dei campi. Fu messo il grano che per secoli, dopo la mietitura, ha riempito di grandi mucchi di chicchi o di pile di sacchi ricolmi, i granai della grangia del Monastero e poi quelli delle quattro aziende agricole che formavano l’economia e l’impianto geometrico del paese antico. Parlando di grano e di granai pieni, si ebbe sottomano una vasta scelta di argomenti che, ancor più di quelli attinenti le Sagre o le altre feste, potevano fornire motivazioni adatte ad arricchire di significati la neonata “FESTA DEL GRANO”.
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