Descrizione
Una tradizione radicata che si ricorda a memoria d’uomo. E si rinnova ogni anno con lo stesso entusiasmo. Un qualcosa che è entrato a far parte del codice genetico dei Montemaranesi. Tutti in maschera dal più piccolo al più anziano. La riscossa della povera gente, era questo il significato più profondo del carnevale. In quei giorni gli umili del paese potevano finalmente riscattarsi, dando vita ad una piccola rivoluzione sociale. I ruoli si invertivano: il contadino diventava signore, il maschio diventava donna e viceversa. Quei panni conferivano il gusto della rivincita, la consapevolezza di sentirsi importanti, la sfrontatezza di schernirsi dei potenti, l’irriverenza di fare caricature ad effetto. Il popolo diventava protagonista. Era fondamentalmente essere irriconoscibile. Solo in questo modo si sarebbero potuti consumare con più divertimento e maggiore tranquillità le piccole, innocenti vendette carnevalesche. Maschera storica del Carnevale di Montemarano è il Caporabballo, ovvero colui che guida la sfilata, dirige il ballo. La sua autorità è imposta da un bastone. Fino agli anni ’50 era diffusa l’abitudine che le famiglie più in vista aprivano le loro case alle maschere. Si danzava tirando l’alba nei capienti ed eleganti saloni. Venivano offerti dolci e leccornie di ogni genere. Gli anziani raccontano con nostalgia della baldoria collettiva che impazzava. Non si faceva altro che ballare, mangiare e bere (l’aglianico ovviamente). Il Carnevale, però, resiste a dispetto di tutto e di tutti. Nelle sfilate, accanto ai travestimenti più moderni, non mancheranno mai i caporabballi e prosperose pacchiane impegnate nelle danze sfrenate. Pioggia di confetti. Le note della tarantella continueranno ad uscire dal clarino. E’ d’obbligo a carnevale la presenza dei musicanti. A Montemarano, mai, un corteo di maschere si è avvalso di musiche registrate. Sarebbe sacrilegio. Il gran finale del carnevale Montemaranese non si consuma il martedì grasso. L’appuntamento è per la Domenica successiva. Si celebra il tragicomico funerale. Carnevale ha consumato tutto. Si è indebitato fino al collo. Muore soffrendo. E’ già quaresima. Dopo che ha esalato l’ultimo respiro, si passa alla lettura del testamento. Un testamento di affetti e di debiti. Poi di nuovo tutti a ballare come sarebbe piaciuto a re Carnevale.
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